PROLOGO

Balaton (Ungheria)

Sdraiata sul sedile posteriore della macchina con le gambe sollevate
e i piedi che fuoriescono dal finestrino, cerco di calmarmi respirando lentamente.
Ho paura che mi prenda un attacco di panico.
Tra poco la luna inizierà a passare davanti al sole e la sua ombra si proietterà sulla terra.
Ce la farò a superare due minuti di buio totale?
La paura è tale, che chiudo il finestrino fino a sentire il dolore alle caviglie bloccate,
tra l’intelaiatura e il vetro.
LUI: - Quale macchina fotografica devo caricare?-
Mi alzo. Concentrarmi sul lavoro mi ha sempre aiutato. Cerco di tranquillizzarmi guardandomi intorno.
Donne, bambini, giovani, vecchi, tutti con occhialetti e naso all'insù aspettano curiosi l'arrivo della luna.
Tutto intorno, nella piazzola dell’autogrill, ci sono macchine fotografiche puntate al cielo.
Sento un sibilo di stupore. Metto gli occhiali. La luna scende dall’alto coprendo il sole lentamente e,
mentre una luce crepuscolare ci avvolge, la mia paura si trasforma in emozione.
È buio. Il coro ululante delle persone mi avvisa che l'eclissi è totale.
Io vorrei portare a casa una prova della notte in pieno giorno,
ma l’agitazione è tale che dimentico come si fotografa.
LUI:-Guarda!-
Alzo gli occhi. La luna ha coperto il sole e ora vicino a lei splende una grossa stella.
Fermo lo sguardo sulla luna nera circondata da una corona di luce, poi improvvisamente una pulsazione,
come un interruttore che accende e il buio sparisce.
Come ho potuto pensare che la luna fosse violenta?
Luna tanto da me pregata,
principio di fecondità che dal buio,
ancora una volta,
ha dato vita alla luce.